Meloni tra Bruxelles e bilancio: l’Italia cerca credibilità in Europa

autore Redazione

Pnrr e bilancio, l’Italia sotto osservazione di Bruxelles

A pochi mesi dalla chiusura del programma europeo, l’Italia si trova sotto la lente di Bruxelles per i ritardi accumulati sull’attuazione del Pnrr. Il governo ha speso solo una parte delle risorse disponibili, ma rivendica di aver accelerato negli ultimi mesi grazie a nuovi bandi e procedure semplificate.
La Commissione Europea riconosce gli sforzi, ma chiede risultati concreti e una chiusura dei progetti entro le scadenze previste. È su questo terreno che si gioca la credibilità del governo Meloni in Europa.


La manovra e la ricerca di equilibrio

La legge di bilancio 2026 rappresenta il secondo fronte aperto con l’Unione Europea. Roma punta a un margine di flessibilità per sostenere il taglio del cuneo fiscale e nuove misure per famiglie e imprese. Tuttavia, il rispetto dei parametri europei resta vincolante, e l’UE chiede garanzie sui conti pubblici.
Meloni, consapevole del peso politico di questo confronto, cerca una mediazione che permetta di presentare la manovra come “nazionale” senza apparire in rotta di collisione con Bruxelles.


Tra consenso interno e ruolo europeo

Il nodo centrale resta politico: mantenere un consenso alto in patria senza apparire subalterna alle regole europee.
Una parte dell’elettorato di destra continua a guardare con sospetto a Bruxelles, mentre l’ala più moderata della maggioranza spinge per una linea di cooperazione.
La premier cerca di conciliare le due visioni, presentando la sua strategia come una “via italiana” all’europeismo: dialogo, ma con fermezza sugli interessi nazionali.


Riapertura del dialogo con Parigi e Berlino

Sul piano diplomatico, il governo ha riattivato un canale stabile con Francia e Germania dopo mesi di tensioni. Il recente incontro tra Meloni e Macron ha segnato un tentativo di ricucire rapporti e di costruire un asse pragmatico su energia, difesa e migrazioni.
Anche con Berlino, pur restando differenze sui temi ambientali e industriali, prevale la volontà di cooperare in vista del nuovo ciclo politico europeo.


Le prossime settimane decisive per i fondi europei

Entro fine anno, l’Italia dovrà completare l’invio dei progetti legati alla sesta rata del Pnrr e dimostrare capacità di spesa effettiva.
Da queste verifiche dipenderà non solo l’ultima tranche dei fondi, ma anche la reputazione finanziaria del Paese in Europa. Il governo si gioca quindi una doppia partita: economica, per mantenere i finanziamenti, e politica, per consolidare l’immagine di un’Italia affidabile ma autonoma.


Conclusione: una leadership in equilibrio

Giorgia Meloni si muove su un crinale complesso: rassicurare Bruxelles senza perdere identità politica.
L’Italia, oggi, è percepita come un interlocutore serio ma sotto esame. Se riuscirà a concludere con successo la fase finale del Pnrr e a presentare una manovra coerente con i vincoli europei, il governo potrà rafforzare il proprio peso nei tavoli comunitari.
In caso contrario, il rischio è che la tensione tra consenso interno e credibilità europea diventi il principale punto di vulnerabilità della leadership italiana.

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