È morta a Roma, all’età di 91 anni, Sofia Corradi, la donna che per prima immaginò un’Europa unita attraverso la cultura e lo studio. Conosciuta in tutto il mondo come la “Mamma Erasmus”, fu lei a concepire l’idea di uno scambio universitario capace di unire i giovani del continente ben prima che diventasse una realtà politica. La sua intuizione ha reso possibile il più grande progetto educativo europeo degli ultimi decenni.
Dalla Sapienza a New York: la visione di una pioniera
Nata a Roma nel 1934, Sofia Corradi si laureò in Giurisprudenza con il massimo dei voti alla Sapienza. Poco dopo vinse una borsa di studio Fulbright che la portò alla Columbia University di New York, dove conseguì un master in diritto comparato.
Fu proprio quell’esperienza oltreoceano a segnare il suo destino: al ritorno in Italia, scoprì che gli esami sostenuti negli Stati Uniti non venivano riconosciuti. Da quell’ingiustizia personale nacque una riflessione destinata a cambiare la storia dell’istruzione europea.
L’idea che anticipò l’Europa unita
Negli anni Sessanta, Corradi iniziò a proporre alle istituzioni accademiche e politiche un sistema di riconoscimento reciproco degli studi tra università di diversi Paesi.
Era un’idea rivoluzionaria per l’epoca: permettere agli studenti di spostarsi, conoscere nuove culture e tornare a casa con titoli accademici validi.
Il suo progetto, accolto inizialmente con scetticismo, trovò terreno fertile due decenni dopo, quando nel 1987 nacque ufficialmente il programma Erasmus, oggi simbolo dell’identità europea condivisa.
Il lascito di una generazione Erasmus
Grazie al suo lavoro e alla sua tenacia, oltre dodici milioni di giovani europei hanno potuto vivere l’esperienza di studiare o formarsi in un altro Paese.
Il programma Erasmus non ha solo favorito la mobilità studentesca, ma ha costruito una nuova coscienza europea, basata sull’incontro e sul dialogo tra culture.
Molti dei suoi protagonisti – studenti, docenti, ricercatori – riconoscono in Corradi una figura ispiratrice, una donna che ha saputo vedere nel sapere un ponte tra le nazioni, e non un confine.
Una vita dedicata all’educazione e all’Europa
Nel corso della sua carriera, Sofia Corradi ha lavorato come docente, consulente e promotrice di politiche universitarie, collaborando con numerosi enti europei e italiani.
Nel 2016 ricevette il Premio Carlo V, uno dei più alti riconoscimenti europei, per il suo contributo alla costruzione di una cittadinanza europea attraverso l’istruzione.
Fino agli ultimi anni ha continuato a partecipare a conferenze e incontri, sempre con lo stesso entusiasmo e con la convinzione che “un giovane che studia all’estero non sarà mai più straniero”.
L’addio e l’eredità morale
Sofia Corradi si è spenta nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2025 nella sua città, Roma. Aveva 91 anni.
La sua morte lascia un vuoto profondo nel mondo accademico, ma anche nella memoria collettiva di milioni di ex studenti che, grazie alla sua visione, hanno costruito un’Europa più aperta e inclusiva.
Il suo sogno sopravvive in ogni aula universitaria, in ogni partenariato internazionale e in ogni ragazzo che parte per un’esperienza di studio oltre i confini del proprio Paese.
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