Il Premio Nobel per la Pace 2025 è stato assegnato a María Corina Machado, figura simbolo dell’opposizione venezuelana. La decisione del Comitato di Oslo riconosce il suo impegno civile e politico per riportare la democrazia in un paese segnato da anni di crisi economica e repressione. La scelta rappresenta un forte messaggio internazionale a favore dei diritti umani e della libertà politica in America Latina.
Machado, 57 anni, da oltre due decenni denuncia le violazioni del regime di Nicolás Maduro e chiede libere elezioni. Più volte perseguitata, privata dei diritti politici e costretta a vivere in semiclandestinità, ha continuato a mobilitare i venezuelani attraverso iniziative pacifiche e campagne di partecipazione civica. Il Nobel arriva come riconoscimento non solo personale, ma collettivo, dedicato – come lei stessa ha affermato – “a chi continua a credere in un futuro libero per il Venezuela”.
La consegna ufficiale del premio si terrà a Oslo il 10 dicembre 2025, data che coincide con l’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il Comitato norvegese ha sottolineato come la scelta di Machado intenda valorizzare “la forza della non violenza come via per il cambiamento politico”, in un momento in cui il mondo è attraversato da nuove tensioni e guerre.
L’assegnazione ha suscitato reazioni contrastanti: grande entusiasmo tra i sostenitori dell’opposizione, ma anche critiche da parte del governo di Caracas, che accusa il Comitato di “interferenza politica”. In molti, tuttavia, vedono nel Nobel un’occasione per riaccendere l’attenzione internazionale sulla crisi venezuelana, da anni segnata da emigrazione di massa, povertà diffusa e censura dell’informazione.
Il Nobel per la Pace 2025 riafferma così il valore universale della partecipazione civile e del coraggio individuale contro ogni forma di autoritarismo. Un messaggio che supera i confini del Venezuela e parla a tutte le società in cui la libertà è ancora un traguardo da conquistare.
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